domenica 6 aprile 2008


Presentazione dell’artista Giorgio Bernardinelli

Chi volesse riassumere in una parola la principale caratteristica della produzione pittorica di Giorgio Bernardinelli, la troverebbe perfettamente nella parola "visione": sono spazi dell’anima e accadimenti del nostro tempo, universi di uomini, di cose, di animali, espressi in un simbolismo personalissimo, dove l’acceso cromatismo diventa un ponte di luce tra la realtà e il sogno, in un intreccio di gialli, verdi, azzurri, di rossi, come lampade accese ad esorcizzare la morte. Se questo atteggiamento nasce dalla personalissima linfa dell’artista, non sono da trascurare i suoi ascendenti ungheresi, quel bisogno di stordire la malinconia nella forza accesa del folklore, quella tensione verso l’assoluto che fa dire al poeta magiaro Ady Endre "il modo migliore di contentare noi ungheresi è di non contentarci affatto". Nei lavori di Giorgio Bernardinelli si sente la nostalgia degli antichi cantori, dei novellatori nelle notti d’inverno quando la vita e la favola si confondevano come le fiamme del fuoco e ogni racconto portava le tracce del sorriso di Dio.
Luciana Oliveri

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